Pietro Liuzzi – Paura & Coraggio
I periodi brutti ci sono; e purtroppo possono durare diverso tempo. Ma guardala in questo modo: il diluvio universale sembrava la fine del mondo, poi è finito anche quello.
I periodi brutti ci sono; e purtroppo possono durare diverso tempo. Ma guardala in questo modo: il diluvio universale sembrava la fine del mondo, poi è finito anche quello.
La volgarità è il pretesto principe con cui i tromboni, di tutte le epoche, hanno cercato di tappar bocca alla satira. Si parva licet, anche del Boccaccio dicevano che era volgare e anche lui difendeva la sua arte, come me in questo momento. La verità è che la satira non è volgare, è esplicita. La satira usa come tecnica la riduzione al corporeo, alle esigenze fisiologiche primarie: mangiare, bere, urinare, defecare, scopare. Lo fa per sovvertire le gerarchie costituite. È il potere liberatorio della satira, secondo la tradizione millenaria che dalle sette dionisiache arriva fino al nostro Carnevale. Non esiste sacro senza profano. Il sacro senza profano diventa integralismo.
Non si è mai tanto paurosi o arditi quanto s’immagina d’essere.
Solo camminando abbracciato alla paura potrai trovare la strada del coraggio.
Si ha paura di perdere chi si ama, anche quando colui che ami fa di tutto per farti sentire inferiore, anche se a parole ti tratta come una principessa. Ma non sono le parole che contano, ma i fatti. Bisogna avere il coraggio di mantenere ciò che si dice, di dire solo ciò che si pensa, di non dare fiato alla bocca solo per apparire. Si deve avere paura di fare del male, non di avere il coraggio di vivere il sogno che si è promesso di far vivere.
Fra tutte le debolezze, la più grande è l’eccessiva paura di apparire deboli.
È una vita che combatto contro le paure… degli altri.
La volgarità è il pretesto principe con cui i tromboni, di tutte le epoche, hanno cercato di tappar bocca alla satira. Si parva licet, anche del Boccaccio dicevano che era volgare e anche lui difendeva la sua arte, come me in questo momento. La verità è che la satira non è volgare, è esplicita. La satira usa come tecnica la riduzione al corporeo, alle esigenze fisiologiche primarie: mangiare, bere, urinare, defecare, scopare. Lo fa per sovvertire le gerarchie costituite. È il potere liberatorio della satira, secondo la tradizione millenaria che dalle sette dionisiache arriva fino al nostro Carnevale. Non esiste sacro senza profano. Il sacro senza profano diventa integralismo.
Non si è mai tanto paurosi o arditi quanto s’immagina d’essere.
Solo camminando abbracciato alla paura potrai trovare la strada del coraggio.
Si ha paura di perdere chi si ama, anche quando colui che ami fa di tutto per farti sentire inferiore, anche se a parole ti tratta come una principessa. Ma non sono le parole che contano, ma i fatti. Bisogna avere il coraggio di mantenere ciò che si dice, di dire solo ciò che si pensa, di non dare fiato alla bocca solo per apparire. Si deve avere paura di fare del male, non di avere il coraggio di vivere il sogno che si è promesso di far vivere.
Fra tutte le debolezze, la più grande è l’eccessiva paura di apparire deboli.
È una vita che combatto contro le paure… degli altri.
La volgarità è il pretesto principe con cui i tromboni, di tutte le epoche, hanno cercato di tappar bocca alla satira. Si parva licet, anche del Boccaccio dicevano che era volgare e anche lui difendeva la sua arte, come me in questo momento. La verità è che la satira non è volgare, è esplicita. La satira usa come tecnica la riduzione al corporeo, alle esigenze fisiologiche primarie: mangiare, bere, urinare, defecare, scopare. Lo fa per sovvertire le gerarchie costituite. È il potere liberatorio della satira, secondo la tradizione millenaria che dalle sette dionisiache arriva fino al nostro Carnevale. Non esiste sacro senza profano. Il sacro senza profano diventa integralismo.
Non si è mai tanto paurosi o arditi quanto s’immagina d’essere.
Solo camminando abbracciato alla paura potrai trovare la strada del coraggio.
Si ha paura di perdere chi si ama, anche quando colui che ami fa di tutto per farti sentire inferiore, anche se a parole ti tratta come una principessa. Ma non sono le parole che contano, ma i fatti. Bisogna avere il coraggio di mantenere ciò che si dice, di dire solo ciò che si pensa, di non dare fiato alla bocca solo per apparire. Si deve avere paura di fare del male, non di avere il coraggio di vivere il sogno che si è promesso di far vivere.
Fra tutte le debolezze, la più grande è l’eccessiva paura di apparire deboli.
È una vita che combatto contro le paure… degli altri.