Michele Gentile – Poesia
Fate attenzione! Siamo poeti e non facciamo prigionieri.
Fate attenzione! Siamo poeti e non facciamo prigionieri.
L’unico vero, grande, concreto atto rivoluzionario che riesco ancora a concepire è fidarmi degli altri.
L’ambiguità delle nostre lingue, la naturale imperfezione dei nostri idiomi, non rappresentano il morbo postbabelico dal quale l’umanità deve guarire, bensì la sola opportunità che Dio aveva dato ad Adamo, l’animale parlante. Capire i linguaggi umani, imperfetti e capaci nello stesso tempo di realizzare quella suprema imperfezione che chiamiamo poesia, rappresenta l’unica conclusione di ogni ricerca della perfezione.
La poesia si nutre dell’anima del poeta. Se lui non ne possiede una, essa muore di fame e sete.
La poesia prende vita dal cuore delle esperienze umane, ogni parola detta con sentimento è una poesia, dal bambino che dice mamma per la prima volta, al vecchio che pensa rassegnato alla sua morte.
Il consiglio migliore me lo ha sempre donato un silenzio.
Libero il cuore correrà a chiamarci. Alla fine di ogni felicità vive una giovane estasi.