Alexandre Cuissardes – Politica
Si scrive governo di larghe intese, si legge governo di grandi pretese.
Si scrive governo di larghe intese, si legge governo di grandi pretese.
La politica chiagne e fotte, la magistratura chiagne e fotte, la burocrazia chiagne e fotte. I disonesti fottono e basta, gli onesti chiagnono e basta.
Il primo “Settembre Nero” stuprò occhi ed anima di me bambino.L’invenzione del terrorismo, destabilizzante, vigliacco, infame.L’immensa potenza del male amministrato dal cubiculario del potere, affabile, rassicurante e da tiare con garanzia del “marchio di fabbrica”.Oggi, affermo con certezza assoluta che le “Gemelle” sono figlie di “Torri” con multinazionali cazzi.Tributo inevitabile per sollazzare l’occidente grasso in poltrona.Purtroppo non basta più.La Casa Bianca dalle finestre che ridono avrà già in cantiere pandemie controllate.
Probabilmente i politici venderebbero anche lo “jus primae noctis” delle neo spose degli altri pur di fare cassa.Molti italiani invece comprerebbero volentieri lo “jus primae boctis” verso i politici.
Gli italiani hanno fame di pane, Berlusconi ha fame di sottane.
Gli italiani si arrangiano per andare avanti, i politici si arrangiano invece per restare fermi al potere.
Nei cinque anni di governo del centrodestra, mai una volta Silvio Berlusconi si è fatto vedere in piazza il 25 aprile, mai una parola dedicata agli antifascisti, d’altra parte governare con gli eredi di Mussolini ha un prezzo che si deve pagare. Comunque, il Cavaliere, in piedi a Milano in piazza del Duomo, al fianco di partigiani come Ciampi, Boldrini e poi Tina Anselmi, Oscar Luigi Scalfaro, Massimo Rendina, Checco Berti Arnoaldi, Giovanni Pesce, Bruno Trentin, Giorgio Bocca, Pietro Ingrao, Rossana Rossanda, Giuliano Vassalli, e i compianti Luigi Pintor e Aldo Aniasi, sarebbe stato ridicolo nonostante il ruolo istituzionale.