Niccolò Machiavelli – Politica
Colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare.
Colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare.
Quando la folla passa dal brontolio all’urlo è per coprire le voci di chi da troppo tempo parla a vuoto.
L’orchestra non abbandona mai la nave, come l’orso uscito dal letargo d’istinto aspetta i salmoni che risalgono il fiume infatti l’assuefazione della demagogia insegna che spesso la realtà supera l’incubo… Non ha senso? Ah sì, perché chi ci governa da vent’anni ne ha!
Abbiamo continuato a immaginare che Berlusconi fosse un problema della politica e non ci siamo accorti che, molto prima, è un problema della cultura.
Non appena i nostri figli e nipoti si saranno resi conto di che paese gli lasciamo verranno a sputare sulle nostre tombe. I politici si sono già organizzati, hanno prenotato forni in alto e cappelle chiuse con cancelli.
Se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue Istituzioni e delle sue Leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti.
È il 19 luglio 1992 che finisce la giustizia italiana, una fine che arriva nel modo più efferato e drammatico che si può immaginare. Una fine che si vede negli occhi lucidi, increduli e rassegnati di un uomo che allora era uno degli ultimi uomini della vera giustizia. Tutto di li in poi si sgretola in un sistema che così brutalmente malato che ci ha portati a questa attuale situazione, perché di Uomini di giustizia come quelli capitano una sola volta e gli si abbandona a un destino che viene ritenuto sia solo il loro, e si arriva a capire troppo tardi che con loro è morto lo spirito di giustizia e legalità del “Bel Paese”.
Quando la folla passa dal brontolio all’urlo è per coprire le voci di chi da troppo tempo parla a vuoto.
L’orchestra non abbandona mai la nave, come l’orso uscito dal letargo d’istinto aspetta i salmoni che risalgono il fiume infatti l’assuefazione della demagogia insegna che spesso la realtà supera l’incubo… Non ha senso? Ah sì, perché chi ci governa da vent’anni ne ha!
Abbiamo continuato a immaginare che Berlusconi fosse un problema della politica e non ci siamo accorti che, molto prima, è un problema della cultura.
Non appena i nostri figli e nipoti si saranno resi conto di che paese gli lasciamo verranno a sputare sulle nostre tombe. I politici si sono già organizzati, hanno prenotato forni in alto e cappelle chiuse con cancelli.
Se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue Istituzioni e delle sue Leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti.
È il 19 luglio 1992 che finisce la giustizia italiana, una fine che arriva nel modo più efferato e drammatico che si può immaginare. Una fine che si vede negli occhi lucidi, increduli e rassegnati di un uomo che allora era uno degli ultimi uomini della vera giustizia. Tutto di li in poi si sgretola in un sistema che così brutalmente malato che ci ha portati a questa attuale situazione, perché di Uomini di giustizia come quelli capitano una sola volta e gli si abbandona a un destino che viene ritenuto sia solo il loro, e si arriva a capire troppo tardi che con loro è morto lo spirito di giustizia e legalità del “Bel Paese”.
Quando la folla passa dal brontolio all’urlo è per coprire le voci di chi da troppo tempo parla a vuoto.
L’orchestra non abbandona mai la nave, come l’orso uscito dal letargo d’istinto aspetta i salmoni che risalgono il fiume infatti l’assuefazione della demagogia insegna che spesso la realtà supera l’incubo… Non ha senso? Ah sì, perché chi ci governa da vent’anni ne ha!
Abbiamo continuato a immaginare che Berlusconi fosse un problema della politica e non ci siamo accorti che, molto prima, è un problema della cultura.
Non appena i nostri figli e nipoti si saranno resi conto di che paese gli lasciamo verranno a sputare sulle nostre tombe. I politici si sono già organizzati, hanno prenotato forni in alto e cappelle chiuse con cancelli.
Se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue Istituzioni e delle sue Leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti.
È il 19 luglio 1992 che finisce la giustizia italiana, una fine che arriva nel modo più efferato e drammatico che si può immaginare. Una fine che si vede negli occhi lucidi, increduli e rassegnati di un uomo che allora era uno degli ultimi uomini della vera giustizia. Tutto di li in poi si sgretola in un sistema che così brutalmente malato che ci ha portati a questa attuale situazione, perché di Uomini di giustizia come quelli capitano una sola volta e gli si abbandona a un destino che viene ritenuto sia solo il loro, e si arriva a capire troppo tardi che con loro è morto lo spirito di giustizia e legalità del “Bel Paese”.