Paolo Libert – Religione
Chi crede nell’esistenza ciclica non ha paura della morte, anzi è un’opportunità di crescita.
Chi crede nell’esistenza ciclica non ha paura della morte, anzi è un’opportunità di crescita.
Cristo è re: non ha sudditi, ma discepoli che ascoltano la sua voce e il suo regno non si fonda sul potere, ma sul servizio.
Ho conosciuto atei che vivevano la loro vita praticando i valori del Vangelo e ho conosciuto praticanti che penso che l’unica cosa del Vangelo che conoscano, è il nome.
Noi oggi stiamo verificando sperimentalmente che “dove non c’è Dio, non c’è neppure uomo”.
I libri sacri di qualsiasi religione traggono il proprio valore non già dalla precisione storica, bensì dai sentimenti che possono destare in chi li legge; e l’uomo che, oppresso dal dolore, chiede i soccorsi religiosi, desidera non già una dotta dissertazione storica, della quale non capirebbe nulla, bensì parole di conforto e di speranza.
È il mistero che ci spinge a credere in Dio. Allora ci creiamo delle false credenze per sfuggire all’ignoto, che ci fa così tanta paura. La morte è la più grande personificazione del mistero, la più grande invenzione della vita ed è solo grazie alla consapevolezza della morte come fine ultimo della vita che riusciamo ad acquisire una voglia di vivere immensa.
La religione è il mezzo, la sottomissione è il metodo, poteri e danaro il fine. Solo la vera spiritualità e l’illuminazione più pura saranno l’antidoto di questo male.