Carlo Maria Martini – Religione
Se io voglio ottenere tutto e subito e mi stanco, non ho dato fiducia.
Se io voglio ottenere tutto e subito e mi stanco, non ho dato fiducia.
China la testa solo dinnanzi al volere di Dio. Nessun altro al mondo merita tanto.
Se dunque esiste una verità che la storia ha reso indubbia, questa è proprio l’estensione sempre minore della porzione di vita sociale che la religione ricopre. In origine essa si estendeva su tutto; tutto ciò che era sociale era religioso; i due termini erano sinonimi. In seguito, a poco a poco, le funzioni politiche, economiche, scientifiche si sono rese indipendenti dalla funzione religiosa, costituendosi a parte e assumendo un carattere temporale sempre più accentuato. Dio – per così dire – che in principio era presente a tutte le relazioni umane, si ritira progressivamente da esse; abbandona il mondo agli uomini e alle loro controversie.
La preghiera autentica, totalmente abbandonata e fiduciosa compie il miracolo di trasformare la goccia che siamo in sorgente, poi in ruscello e infine in fiume.
La “fede” non può esistere senza compiere del bene perché diversamente sta mentendo, ma il bene può essere compiuto anche laddove la fede viene a mancare.
Parlare di Dio, professarlo e venderlo come assoluta certezza, è così facile. Viverlo poi in quella candida dimensione del giusto, che è quella del perdono e della comprensione che abbiamo sempre professato e sentito, per taluni fedeli è pura utopia. La complessità di tutte quelle parole vendute come certezza, diventano carta straccia se non riusciamo ad esserne l’esempio.
Nulla riesce altrettanto perfetto, quanto quello che è disegnato da Dio.