Friedrich Wilhelm Nietzsche – Stati d’Animo
Vivo a mio proprio credito, forse è solo un pregiudizio, che io viva?
Vivo a mio proprio credito, forse è solo un pregiudizio, che io viva?
Senza illusioni l’umanità morirebbe di disperazione o di noia.
Viviamo il presente nell’ombra del passato proiettata nel futuro.
Non so gli altri, ma io al mattino quando mi chino per allacciarmi le scarpe penso: Cristo Onnipotente, e ora? La vita mi fotte, non ce la intendiamo. Devo prenderla a piccole dosi, non tutta assieme.
Mentre il sole sale le scale del cielo, io guardo il soffitto di questa enorme camera che è il mio cuore,provo a parlare, sento l’eco della mia voce, o di quello che ne rimane. Non vi sono mobili, solo ritratti di quel che fui insieme ad altre persone, di cui vedo i fantasmi passarmi davanti. Mentre il sole giunge all’ultimo gradino, io guardo fuori dalla finestra: La nebbia offusca il mio cammino, o forse è il mio cammino ad intralciare la nebbia? Le scorro addosso come acido, la attraverso, ma quella che si dilania sono io. Mentre il sole ripercorre lo stesso cammino, ma nel senso contrario, io mi volto verso uno specchio, ma colpendolo mi scompongo in mille pezzi verso il pavimento. Fino ad ora ho detto: “Il sole sale verso il cielo”. Ma se invece fosse il cielo, ad inchinarsi dinanzi al sole?
Io impazzisco per i brandelli di umanità ferita, più son feriti, più maltrattati, più di nessun conto agli occhi del mondo, più io li amo. Questo non è un merito, è un esigenza della mia natura.
Non sopporto le persone indecise sui sentimenti, che non sanno quello che vogliono, che dalla vita di un’anima che li ama, entrano, escono, poi ci ripensano, vanno e vengono. Se non sapete dove restare o dove andare, ma andate a fanculo!