Kahlil Gibran (Gibran Khalil Gibran) – Stati d’Animo
I fiori della primavera sono i sogni dell’inverno raccontati, la mattina, al tavolo degli angeli.
I fiori della primavera sono i sogni dell’inverno raccontati, la mattina, al tavolo degli angeli.
Sono alla costante ricerca di me stesso e vorrei sapere dove sono finito.
Venti giorni. Quasi venti giorni. Troppi per un’attesa, pochi per un addio.
Ho intenzione di vivermi, riscoprirmi degno delle carezze di un mattino. Per me i raccolti della terra, per me l’urgenza dei mari.
Il ricordo non cessa mai di vivere nel nostro “io” affiora nitido nei nostri pensieri nostalgia di un ricordo graffia l’anima! Perle sul viso scendono sfiorandoci il cuore.
È il dono più prezioso che si possa ricevere da qualcuno, raro, non riciclabile, non riproducibile, inalterabile, ad alta conducibilità emozionale, il tempo.
Cerco il vento del ricordo che mi porti a credere che nei passi del tempo non c’è più il peso del mio respiro e oltre il mare possa vedere ancora una luce senza che la rabbia mi porti via la mia dolcezza. Come posso raccogliere quei fiori che distrattamente non mi appartengono più? Qualcuno un giorno sentirà le mie urla…