Ci sono sere che ti prende di parlare di te a qualcuno che non conosci come se potesse essere il supporto che ti manca altrove altre che parli e ascolti solo con lo sguardo, perché tutte le parole ti sembrano inutili, ma il silenzio è troppo pesante da sopportare, ma poi pensi, a chi non avrà mai più sere. Davanti a se, allora urleresti quanto tu la desideri. E correresti da lei, ma aspetti un suo cenno. Aspetti. Ci sono sere che finiscono troppo presto.
Lì, ove c’è imbarazzo della scelta, una forte fonte di attrazione assume un significato infinito ed incomprensibile.
Non sai quanto è importante trovare la propria serenità senza l’aiuto di nessuno e senza dipendere da qualcuno.
Nemmeno il vento riesce più a scompormi.
Un’occhiata è un parlare coi sensi.
Pensavo che le cose sarebbero andate male, e per questo mi hanno detto che sono troppo pessimista. A pensarci bene, andrà molto peggio: il tempo che la flebile fiammella si spenga.
Ho viaggiato così tanto con la mente, sono andato così oltre con i miei sogni che se mi voltassi indietro vedrei il mio futuro.