Teresa Libroia – Stati d’Animo
A volte vorrei ritrovare un po’ di tempo per me stessa. Cercar nuovamente di riamarmi come una volta… ma mi accorgo che più passa il tempo, più doppie personalità creo.
A volte vorrei ritrovare un po’ di tempo per me stessa. Cercar nuovamente di riamarmi come una volta… ma mi accorgo che più passa il tempo, più doppie personalità creo.
Devo assolutamente prendere una decisione, forse la più importante della mia vita: Continuare ad essere me stessa o diventare un’altra. Mi manca solo capire quelle farebbe meno danni.
Ci sono momenti in cui sembra che tutte le porte siano chiuse, nessuna uscita, allora quello è il momento di abbattere la parete e frantumare le ombre!
È vero, hai ragione tu, la troppa paura, diffidenza, previdenza non mi fa gioie delle cose belle e inaspettate che la vita ci offre.Aiutami tu, col tuo amore, prendimi per mano, abbracciami col la tua passione, cullami con le tue soffici parole e percorri insieme a me, questa strada che tutti chiamano amore, che per me è così buia quasi da far paura…
Mi chiamano “testarda” solo perché sono determinata e tosta. Mi chiamano “bastarda” perché non perdono il male ricevuto, soprattutto quando arriva in modo gratuito. Mi chiamano “scontrosa” quando snobbo e ignoro persone che a mio avviso non sono degne della mia attenzione. Beh… chiamatemi come volete, tanto non solo non intendo cambiare, ma dei vostri appellativi e giudizi non me ne può fregar di meno!
Ci sono vuoti che non si colmano con niente. Assenze che nessuna presenza può sostituire o rimpiazzare. Ci sono persone che hanno un valore talmente grande e un posto talmente importante dentro al cuore che ti fanno capire quanto sia meglio solo il pensiero di “quella” persona ad una “qualsiasi” presenza del cazzo.
Sono la mia aristocratica sorella gemella. Quella dagli occhi rossi, infiammati. Quella che urla contro il male della mia anima e me la difende, come fosse lei la maggiore e, forse, è nata una frazione di secondo prima che rimanessimo orfane. Si divide, moltiplicandomi, applicando un teorema all’ipotenusa dei nostri cordoni ombelicali.Urla le mie parole inconfessabili. Ci celebriamo nelle notti e mi distilla i cattivi pensieri ed i residui diurni. Le devo tanto, ma è l’unica che non pretende la mia gratitudine e non mi tiene sotto scacco, in quel continuo stato di debito che mi usura e mi ricatta.