Charles Baudelaire – Stati d’Animo
Nulla sapere, nulla insegnare, nulla volere, nulla sentire, dormire e ancora dormire.
Nulla sapere, nulla insegnare, nulla volere, nulla sentire, dormire e ancora dormire.
La vita è un circo, io sono un pagliaccio, ho una maschera felice e non riesco più a piangere. Sono il peggiore degli acrobati, cammino su una fune augurandomi di cadere giù. Resto sempre in equilibrio perfetto. Un inconsapevole compagno mi prende al volo ad ogni volteggio dal trapezio. Sul mio spettacolo non cala mai il sipario, il mio pubblico sembra voler ridere per sempre. Un’eco di gioia incomprensibile e distante. Non conosco altro luogo da chiamar casa che non sia questa grande tenda, non ho altra famiglia se non questa folla divertita. Non conosco nient’altro al di fuori di questo, nient’altro conoscerò mai. Io sono il pagliaccio. Io, non altri, rispondo a questo ruolo e in eterno io sono.
A volte neanche i sogni che, dopo tanto sperare si realizzano, sono come li avevamo immaginati.
La frustrazione è figlia dell’impotenza, l’invidia ne è il culmine dell’espressione al di sopra della follia.
Con l’espressione “avere un cuor di ciliegia” intendo che se vuoi, puoi donare la parte tenera agli altri, rimanendone privo per un po’ forse, mentre il nòcciolo duro dentro di te, ti serve per sopravvivere e rifiorire. In seguito, poter donare ancora.
Quanto alla sensibilità, forse, averne di meno ci affrancherebbe dalla contemplazione di tanti aspetti introspettivi che, in genere, sono quelli che destano la sofferenza a lunga scadenza; però è bella questa sensibilità, soprattutto se riesci a metterla al servizio degli altri in modo disarmante.
Talvolta dietro una calma apparente, si nasconde un’agitazione latente.