Fëdor Michajlovic Dostoevskij – Stati d’Animo
A volte l’uomo è straordinariamente, appassionatamente innamorato della sofferenza.
A volte l’uomo è straordinariamente, appassionatamente innamorato della sofferenza.
La felicità spinge al suicidio quanto l’infelicità, anzi ancora di più perché amorfa, improbabile, esige uno sforzo di adattamento estenuante, mentre l’infelicità offre la sicurezza e il rigore del rito.
Il dolore è sordo, il dolore è muto. Il dolore è sordomuto. Sordo perché ascolta solo se stesso, muto perché non ci sono parole che possano parlarne.
La testa è calda e le mani sono fredde. Già da questo dovresti capire che la testa va sempre per conto suo.
La persona che sa lasciarti sbalordita, è quella che col suo gesto si distacca da tutti per farti capire che hai un posto speciale dentro di lei.
Sono il disperato, la voce senza eco… colui che tutto ebbe, colui che tutto perse.
Amo la notte e l’amo perché riesce a farmi sentire dentro al suo silenzio quel rumore che a volte dimentico, quel rumore che viene da dentro e ti fa dire: “Sono vivo”!