Oscar Wilde – Stati d’Animo
Dopo aver suonato Chopin, mi sento come se avessi pianto su peccati che non ho mai commesso e mi fossi afflitto per tragedie che non ho mai vissuto.
Dopo aver suonato Chopin, mi sento come se avessi pianto su peccati che non ho mai commesso e mi fossi afflitto per tragedie che non ho mai vissuto.
Io lo so di essere stata forte quando invece avrei dovuto crollare. E magari ho pianto credendomi persa per delle sciocchezze che avrei dovuto, in base a ciò che avevo superato, superare alla grande. È proprio questo il bello delle persone come me, che tengono duro fino alla fine, e poi magari si sciolgono in lacrime dentro ad un abbraccio per quella fatidica “Goccia che fa traboccare il vaso”!
Non legatevi alle apparenze, ossia agli acrobati trasformisti bravi ad apparire fuori pieni di letame dentro. No non legatevi ai fantasmi dei vostri occhi!
Continuo con i punto e a capo e le pause brevi d’una virgola che uso per riprendere fiato negli elenchi di cose da – non – dirti; io, che me ne starei volentieri tra parentesi, ad essere saltata come informazione forse futile, ma di precisazione, nelle letture lunghe.
Che bella sensazione la mattina, quando apro la finestra e respiro il presente!
Gli occhi hanno il dono dell’estrema sintesi. Narrano concetti complessi in un paio di battiti di ciglia, trasformano pensieri inaccessibili dallo stato emozionale a quello liquido.
Il rancore è un tumore lento, silenzioso. Non te ne accorgi, ma se non lo molli in tempo ti finisce.