Sonia Sacco – Tristezza
C’era sempre troppo “Io”, tanto “Poi” e poco “Noi”.
C’era sempre troppo “Io”, tanto “Poi” e poco “Noi”.
Quando la vita promette pioggia, l’unica cosa importante da fare è non dimenticare a casa l’ombrello.
Persone come preservativi. Le riempi di te fino all’ultima goccia e poi le getti sotto il letto, con la polvere, a sgocciolarti via fino al loro inaridimento totale.
Le lacrime sono isole di luce.
Quando entro in casa, cerco di nascondere il disagio che mi porto dentro. Così, senza rendermene conto, ho imparato a recitare, a fingere, soprattutto a imitare.Imito l’idea di moglie che ho in testa; imito le mie amiche innamorate e felici; imito la me sposata dei primi tempi che non sono più capace di essere.Tutto questo per evitare che lui possa vedere in me un’inquietudine interiore, un eccesso di tristezza.Molte volte ho paura, aprendo la porta, di tornare a casa priva di sentimenti per lui.Prima di entrare faccio sempre un lungo respiro e indosso una maschera. Certi giorni ho l’impressione che capisca quando fingo e non dica nulla. A forza di fingere, a volte non so più nemmeno quale sia la verità.Com’è potuto succedere? Eravamo così sicuri del nostro amore.
Bufere scalfiscono; fulmini spaccano il cuore.
Mi lascerò consumare dall’odio finché di me non resterà nulla se non il ricordo di ciò che fui un tempo, e che voi avete divorato per saziare il vostro ego. Mi avete tolto tutto, e quando me ne andrò, grazie alle mie memorie vi tormenterò in eterno il sonno e la veglia, perché è questo che fanno i pazzi: rendono la vita un inferno agli altri perché loro per primi ci sono sempre stati gettati.