Chiara Micellone – Tristezza
Di mille promesse infrante non resta che il silenzio, e tante scaglie con cui, passo dopo passo, ferirsi i piedi.
Di mille promesse infrante non resta che il silenzio, e tante scaglie con cui, passo dopo passo, ferirsi i piedi.
Il rumore silenzioso di una lacrima che scende, portandosi via un pezzo di me.
Più si vive, più si scrive. Meno si vive e più si scrive ancor più che si vivesse.
La tristezza però si può racchiudere dentro una canzone che canterò ogni volta che avrò voglia di parlarti, di vederti, di toccarti, di sentirti ancora mia… è stato splendido amarti!Ma guarda il caso però, guarda il destino splendido… crudele e splendido! E intanto i giorni passano, ed i ricordi sbiadiscono e le abitudini cambiano… è stato splendido!
Spesso chi ci vive vicino è cieco mentre, chi è lontano, vede tutto il nostro dolore.
I suoi sguardi si sono persi da quando lei si è allontanata da lui, e i miei ancora di più, da quando lui si è allontanato da me.
Le poche sterili parole della nostra epoca vengono strappate dolorosamente al silenzio. Abbiamo cominciato a tacere da ragazzi, a tavola, di fronte ai nostri genitori. Noi stavamo zitti per protesta e per sdegno. Eravamo ricchi del nostro silenzio. Adesso ne siamo vergognosi e disperati e ne conosciamo tutta la miseria, ma il silenzio può essere universale e profondo. Il silenzio può raggiungere una forma di infelicità chiusa, mostruosa, avvizzire i giorni della giovinezza, fare amaro il pane. Può portare alla morte. Perché il silenzio è un peccato un peccato comune a tanti nostri simili nella nostra epoca, è il frutto amaro della nostra epoca malsana.