Salvatore Raimondo – Tristezza
E durato poco più di un attimo quel filo magico che ci faceva sentire vicini ma un attimo fatto di felicità e verità, ma poi come per mistero, quel filo si è dissolto nell’aria e quell’attimo, non esiste più.
E durato poco più di un attimo quel filo magico che ci faceva sentire vicini ma un attimo fatto di felicità e verità, ma poi come per mistero, quel filo si è dissolto nell’aria e quell’attimo, non esiste più.
Quanti utili consigli mi suggerisce la solitudine!
Il dolore andrebbe intimamente metabolizzato, non esibito in cerca di compassionevole elemosina.
Il dolore ha raggiunto il suo climax. In principio mi ha sfiorato lieve come una carezza appena donata. Lo percepivo a stento, sulle estremità del mio corpo si è diramato strisciando. In circolazione perfetta si spostava in fretta. Senza stop e limiti di precedenza tutto è più facile. Così, si è impossessato di me e privata di ogni autonomia. Ora sono solo sua schiava prostrata in silenzio in declino di vita.
Il dolore non muore mai: cambia dimora, cambia forma, ma è sempre pronto a colpire…
Apro gli occhi ma non mi posso svegliare, li apro solo per piangere… ed ora sono così gonfi che non sanno più parlare.
Quando non si ha più nulla si va al mercato del dolore a rubare le mele del disincanto per la fame.