Marco Girau – Viaggi e vacanze
Starò fuori tre mesi e neanche una volta penserò a come sta andando il viaggio.Finiti i tre mesi mi guarderò le scarpe e solo allora saprò come è andato il viaggio.
Starò fuori tre mesi e neanche una volta penserò a come sta andando il viaggio.Finiti i tre mesi mi guarderò le scarpe e solo allora saprò come è andato il viaggio.
Era un aereo talmente vecchio che al momento del decollo un dirottatore si è alzato in piedi e armi alla mano ha preteso di scendere subito.
All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per ripararsi durante un tifone, o per riposare e amare.Quell’orizzonte aperto sarebbe stato sempre lì, un invito ad andare.
Stasera faccio visita a me stessa; speriamo di essere in casa.
Quello che pensioppure ciò che pensano?Pensare o essere pensatitu cosa vuoi essere?Oppure cosa vorrestiche andrebbe pensato?E cosi contorta la nostra menteche a ogni sfaccettaturaci affascina e ci divertetra la realtà e illusione.Ma allo stesso tempo ci sorprendee ci ammalia di ciòche pensavamo ma non confermavamo.Fino a prova contrariai pensieri accumulati sono quelli più nascostima sopratutto non sono quasi mai dichiarati.Ecco dove sbagliamoa non essere sinceri con noi stessioppurepensiamoa essere sinceri e varcare illusioneper uscire alla luce della realtàcosa dovremmo fare?Come agire?Vuoi saperlo?Bè si sempre sincero con te stessoe con le persone che ti circondano.Vedi che non avrai cosi tanti complessi mentali.
Portami dove vuoi ma portami lontano…
Tanto eran fitti gli alberi che non si vedeva altra cosa se non la terra dove poggiavamo i piedi e porzioni di cielo alzando lo sguardo, alberi così alti che, arrampicandosi fin sulla cima, non si udiva dove una pietra cadesse.