Barbara Brussa – Abbandonare
Abbandonare il campo, non sempre è una resa: talvolta, significa prendere coscienza dei propri limiti e non peccare di presunzione; talaltra, è un atto di grande coraggio e di profonda dignità.
Abbandonare il campo, non sempre è una resa: talvolta, significa prendere coscienza dei propri limiti e non peccare di presunzione; talaltra, è un atto di grande coraggio e di profonda dignità.
Nei graffi dell’anima, si annida la polvere del dolore.
L’indifferenza è la virtù di chi ottiene ragione senza bisogno di urlare.
Finché continuerai a lottare, non avrai mai perso.
La vita è generosa nel regalare sogni, ma è anche così stronza, che spesso te li cede dopo aver eliminato tutti gli strumenti per renderli realizzabili. A volte, con tanta fortuna, quel sogno riesci a stringerlo a te almeno una volta, prima di essere costretto a lasciarlo andare. Per non sciuparlo, per non vedergli scendere sul volto quella grossa lacrima dell’impossibilità. Resta la magia di una stella caduta dal cielo, venuta a illuminarti il cuore per un istante, che scorrerà eternamente vivo e pulsante nelle vene della tua più profonda essenza. E tra le lacrime, troverai polvere d’oro: dovrai ammettere, malgrado tutto, di essere stato fortunato.
Abbandonare è sinonimo di eliminare. Chi abbandona, nel senso più assoluto, ha fallito l’obbiettivo più importante a cui egli è stato chiamato: “la vita”.
E poi arriva quel momento in cui decidi di eclissarti per un po’.