Ingmar Bergman – Cielo
È una fortuna vivere in questo mondo, osservare un fiore, una nuvola vagante, ascoltare un uccello, il sussurro delle spighe in un campo di grano, ammirare i tratti delle persone, le loro tendenze, il loro respiro segreto.
È una fortuna vivere in questo mondo, osservare un fiore, una nuvola vagante, ascoltare un uccello, il sussurro delle spighe in un campo di grano, ammirare i tratti delle persone, le loro tendenze, il loro respiro segreto.
Guardo il cielo e penso che lì c’è la libertà.
La luna? Un abat-jour sul mondo.
Nessuno guarda l’orizzonte per niente.
I suoi occhi erano dannatamente profondi. Più del cielo, del mare, del mio dolore messi…
Il cielo nasconde tanti misteri, non scordare di esprimere un desiderio ogni volta che un tramonto si spegnerà davanti a te.
Piove, piange il cielo sopra di noi, senza ritegno come non avesse mai piovuto, mai pianto. Disperazione del disastro inaspettato, impetuoso senza pietà, mentre la pioggia lava le nostre lacrime che ancora scendono copiose più che mai. Distrugge impietosa tutto quanto inerme è sotto di lei. Si aspetta come un miracolo che la pioggia si stanchi vergognata dalle preghiere, che implorano solo pace.