Michele Sannino – Abbandonare
Si dice molte volte addio. Ma non lo è mai quando non è il cuore a dirlo, e il mio non sa, non riesce a dirvi addio.
Si dice molte volte addio. Ma non lo è mai quando non è il cuore a dirlo, e il mio non sa, non riesce a dirvi addio.
Nell’abbandono troviamo quella parte di noi che si è smarrita quando credevamo di essere padroni di noi stessi.
Non puoi scegliere di dimenticare una persona, puoi solo facilitare che ciò accada.
Quando abbandoni qualcuno, e lo escludi dalla tua vita, abbandoni te stesso.
Spesso ci si abbandona a se stessi quando l’ultimo velo di follia si allontana senza voltarsi indietro.
Voi andate via, io mi resto accanto.
Stesa su una botola umida della cantina fissava supina il soffitto con uno sguardo trasognato quasi se dovesse aprirsi uno squarcio di limpido cielo di colore fresco azzurro. Ma solo viscide tenebre pendevano sulle sue uggiose membra.
Chi se n’è andato quando pioveva, non c’è mai stato nemmeno quando nella tua vita c’era il sole.
Non si abbandona mai chi ti dona parte della sua vita. Non si abbandona mai chi ti dona il suo cuore, si ci resta sempre debitori verso chi è sempre presente per te.
Un lungo addio è composto da tanti “ciao” e un silenzio improvviso che cala come un sipario.
Le persone giuste le trovi. Con pazienza, con speranza, con audacia e con coraggio. E forse il tuo, più che un ritrovarle, è un accorgerti che ci sono sempre state. Non eri tu ad aver perduto loro. Erano loro che, pian piano, avevano perso te.
Dovrebbero insegnarci un modo per riuscire a dirci addio.
Ho ho preso la mia vita in mano, l’ho armata di quelle parole, che dovevo stare lontana come mi ha chiesto e sono andata avanti, perché l’amore a metà che ho accettato per troppo tempo non sarebbe aumentato anzi si sarebbe trasformato in un nemico che mi rendeva prigioniera.
Il miglior modo per sapere cosa pensa davvero di noi una persona è andarsene.
Se vuoi andare vai, intanto sai che qui la porta è sempre aperta. La strada la conosci bene, non ho bisogno di indicartela. Però sappi una cosa, quando entrerai nella stanza non troverai più nulla al suo posto: il cervello starà al posto del cuore, nel frattempo quest’ultimo starà già da un’altra parte.
Ciclicamente. Abbandonarsi. Osservare dall’orlo del burrone il nostro volo fallito. Ciclicamente ascendere. Su nuovi cieli, su altre nubi, sotto altri soli. Sentire sciogliersi le grandi ali faticose e stanche. Un altro battito, un ultimo salto. Nel vuoto ancora. E vuoti morire.
Non posso rimanere per chi non c’è mai stato per davvero.