Francesca Zangrandi – Abbandonare
Dovrebbero insegnarci un modo per riuscire a dirci addio.
Dovrebbero insegnarci un modo per riuscire a dirci addio.
Ho ho preso la mia vita in mano, l’ho armata di quelle parole, che dovevo stare lontana come mi ha chiesto e sono andata avanti, perché l’amore a metà che ho accettato per troppo tempo non sarebbe aumentato anzi si sarebbe trasformato in un nemico che mi rendeva prigioniera.
Il miglior modo per sapere cosa pensa davvero di noi una persona è andarsene.
Se vuoi andare vai, intanto sai che qui la porta è sempre aperta. La strada la conosci bene, non ho bisogno di indicartela. Però sappi una cosa, quando entrerai nella stanza non troverai più nulla al suo posto: il cervello starà al posto del cuore, nel frattempo quest’ultimo starà già da un’altra parte.
Ciclicamente. Abbandonarsi. Osservare dall’orlo del burrone il nostro volo fallito. Ciclicamente ascendere. Su nuovi cieli, su altre nubi, sotto altri soli. Sentire sciogliersi le grandi ali faticose e stanche. Un altro battito, un ultimo salto. Nel vuoto ancora. E vuoti morire.
Si dice molte volte addio. Ma non lo è mai quando non è il cuore a dirlo, e il mio non sa, non riesce a dirvi addio.
Non posso rimanere per chi non c’è mai stato per davvero.
Nell’abbandono troviamo quella parte di noi che si è smarrita quando credevamo di essere padroni di noi stessi.
Quando ti perdi nel labirinto delle cose perdute trovi l’inciampo del distacco. Lasciare andare le cose che non ti appartengono più diventa un sacrificio dell’anima che devi affrontare per guardare oltre…!
Non puoi scegliere di dimenticare una persona, puoi solo facilitare che ciò accada.
Le cose non si mantengono e com’il ferro trae la sua ruggine, come la luce non dura tutt’il giorno tanto meno le persone, che non son nostre.
Quando abbandoni qualcuno, e lo escludi dalla tua vita, abbandoni te stesso.
“Per chiudere il cuore bisogna necessariamente pugnalarne altri”. Povera donna che sei, devi così ferire e ferirti per vivere. Povera eredità che lasci, lacrime per piangerti e odiarti. Ma io ti perdono nonna, perché in queste lacrime così violente e amare vedo che stai invecchiando. Io ti perdono perché in questo odio sputato e iniettato vedo che alla fine ti stai lentamente avvelenando da sola. Io ti perdono perché sono colei che potrà farlo. Ti è stato regalato il sole… nonna ti è stato regalato il sole! Non lo hai guardato. Eppure era lì davanti a te per ben due generazioni, c’era la donna e c’era l’uomo. Nonna ti è stato regalato il sole! Io ti regalo la luce e prego, prego che un giorno tu possa vederla.
Spesso ci si abbandona a se stessi quando l’ultimo velo di follia si allontana senza voltarsi indietro.
Voi andate via, io mi resto accanto.
Stesa su una botola umida della cantina fissava supina il soffitto con uno sguardo trasognato quasi se dovesse aprirsi uno squarcio di limpido cielo di colore fresco azzurro. Ma solo viscide tenebre pendevano sulle sue uggiose membra.
Chi se n’è andato quando pioveva, non c’è mai stato nemmeno quando nella tua vita c’era il sole.