Alcuino – Morte
Che cos’è l’uomo? Un possesso della morte, un viandante che passa, un ospite dei luoghi.
Che cos’è l’uomo? Un possesso della morte, un viandante che passa, un ospite dei luoghi.
Solo al capezzale della morte si potrà capire com’era meglio vivere la vita.
Fin dall’infanzia ho sempre temuto la morte ma con il tempo, camminando insieme, siamo diventate amiche.
Il primo sintomo della morte é la nascita.
E perché non la morte, piuttosto che una vivente tortura?Morire è come esser messi al bando di se medesimi. Silvia è un altro me: bandirmi da lei è esiliar me da me stesso: mortale esilio! Qual luce è luce, se non per veder Silvia? Qual gioia è gioia, se Silvia non mi è vicina? O se non altro poter pensare che mi è vicina, e godere almeno il riflesso della perfezione? Se una notte Silvia non mi è vicina, non ha armonia il canto del rosignolo; se un giorno non contemplo Silvia, quel giorno non esiste per me. Ella è l’essenza stessa di me ed io non sono, se quel suo dolce influsso non mi riscalda, non m’illumina, non mi carezza, non mi alimenta. Col sottrarmi alla condanna mortale non eviterei di morire: se mi attardo qui non vado incontro che alla morte, ma se fuggo di qui fuggo lontano dalla vita.
Dopo la morte vedo la mia anima che corre follemente alla ricerca di un corpo dove infiltrarsi.
Lasciarsi andare alle emozioni è la cosa più bella al mondo… ma in alcuni momenti della vita non riesci proprio a farlo.