Alessandro Ammendola – Tristezza
La solitudine non è altro che il grido della tua assenza fatto di silenzi.
La solitudine non è altro che il grido della tua assenza fatto di silenzi.
La quiete a volte spaventa più della tempesta. È silenziosa e ti lascia ascoltare meglio tante altre cose.
Bastò un giorno della sua compagnia, e nell’amima fu già tormento per la sua assenza!
Non essere triste per chi non lo merita! Chiudi una porta e butta via la chiave!
La mia bocca era così amara dalle delusioni che, anche quando assaporavo la dolcezza, non distinguevo il sapore.
L’amore non ha né un inizio né una fine, siamo noi che a volte gli concediamo una pausa.
Non ho mai scommesso sui cavalli, ma mi è sempre piaciuto pensare alla vita come a un’ippodromo e l’amore come a una corsa. Se punti sul cavallo giusto, vinci. Il punto in verità è che non esistono cavalli vincenti, non se ne esce mai vincitori. La vita è più un’arena, come quella degli antichi romani, e noi siamo gladiatori. Combattiamo, sudiamo, soffriamo, e alla fine, chi prima, chi dopo, cadiamo tutti. E se pensate che la vera sconfitta non sia cadere, quanto più non rialzarsi, vi sbagliate di grosso: quelle sono le scelte più ovvie, e chi si rialza lo fa solo in attesa che un altro colpo venga sferrato, e cada di nuovo. La vera sconfitta la vivi quando hai tanta paura sia di cadere che di rialzarti: resti a terra, ti fingi morto, eviti ogni contatto, ogni rischio e sopravvivi. Non vivi, ma sopravvivi. Così la vita, così l’amore, quando hai sofferto tanto da aver paura di vivere e d’amare, sopravvivi.