Alexandre Cuissardes – Tempi Moderni
Si scrive “regole”, si pronuncia “burocrazia”.
Si scrive “regole”, si pronuncia “burocrazia”.
Ci sono giorni in cui mi sento soddisfatto di ciò che ho fatto, poi ci rifletto un attimo e mi rendo conto di avere fatto le stesse cose che faccio quando non sono soddisfatto di ciò che ho fatto.
Ore otto di stamani. Il mio sogno di stanotte aveva il sapore piacevole del limoncello, il mio stare sveglio di adesso ha la pesantezza di una sbronza.
Certa gente è come i “saldi”. A volte sono “occasioni” uniche. Altre volte sono davvero “scontate”.
A quel primo appuntamento mi accompagnava un biglietto,”comunque finisca la serata, grazie per l’invito”,e quella serata durò quasi 5 anni,ci fu ciò che avvenne,nel bene e nel male,poi la fine.Inconsueto mestiere il mio,tenerti per mano lungo un tunnel che partiva da quel punto oscuro della tua vita e farti strada verso la via di fuga o il punto di nuova partenza.Usciti all’aria non ti sei voltata,ti ho lasciato la mano,si era sciolta la catena delle 5 dita,hai camminato da sola,il dietro le spalle mi aspettava,tornavo nel buio ma il percorso di ritorno al nulla non sarebbe durato 5 anni ma l’intera vita e nessuno mi avrebbe guidato spinto o trattenuto,continuo a camminare col fiato grosso per il lavoro fatto ed il ricordo di un importante nulla.
Ormai è talmente in basso la politica che per trovarla dobbiamo chinarci molto, e chi si china molto non la vede ma la sente dietro.
Se la fortuna bacia in fronte la sfortuna invece morde, e forte, in faccia.