Angela Cicolari – Scienza e tecnologia
Ogni libro, o frase o pensiero, ha il suo verso: la natura infatti ha due lati. Non “giusto” o “sbagliato”, ma orario e antiorario.
Ogni libro, o frase o pensiero, ha il suo verso: la natura infatti ha due lati. Non “giusto” o “sbagliato”, ma orario e antiorario.
Se stare collegato su Facebook fosse stato un lavoro, saremmo stati tutti milionari.
Non sono le galassie che si allontanano ma è il gas che si espande.
Riporre fiducia nella scienza significa credere che esista una “reale salvezza” anche quando si precipita vorticosamente nel folle, misterioso baratro dell’impossibile.
Preferirò in ogni momento una promessa giusta e onesta non realizzata, piuttosto di mille altre fatte per nascondere una rovinosa ambizione.
Siamo diventati tutti tecnologici, eppure regrediamo. Chissà perché più avanza la tecnologia più il cervello di molti risulta mummificato.
Questa è solo la scellerata cecità di un Padre verso i suoi figli, invidiando quello che non possono avere, né essere. La mattanza per costruire i suoi eletti, credendo di dare loro l’eternità e l’autorità degli dèi, nutrendoli dell’energia ottenuta con un sacrificio, sta aggiungendo un altro fuoco all’altra estremità della candela, non ad una persona, ma a tutto l’universo e alle dimensioni ad esso collegate. La fine è il nulla eterno, raggiunto per il desiderio di conquista e sottomissione. Alla morte e all’estinzione si deve forse ubbidire? Consumano le stelle, ingoiate dal potere celeste che tutto vuole per sé, incapace di tornare sui suoi passi, macellando, odiando e invidiando per sottomettere la materia e la natura della materia, o forse la natura dell’anima, condannando la vita alla fine senza ritorno, consumata nella bramosia di eterno. Non è disobbedienza, cattiveria, o vanità, nemmeno frutto dell’immaginazione, la scienza non è un’opera, è invece il modo di vedere più obiettivo che esista, non ha recriminazioni, non vuole ottenere niente né trasformarsi in qualcos’altro, mette ogni cosa nella giusta prospettiva, se si vuole vedere più lontano del proprio naso.
Se stare collegato su Facebook fosse stato un lavoro, saremmo stati tutti milionari.
Non sono le galassie che si allontanano ma è il gas che si espande.
Riporre fiducia nella scienza significa credere che esista una “reale salvezza” anche quando si precipita vorticosamente nel folle, misterioso baratro dell’impossibile.
Preferirò in ogni momento una promessa giusta e onesta non realizzata, piuttosto di mille altre fatte per nascondere una rovinosa ambizione.
Siamo diventati tutti tecnologici, eppure regrediamo. Chissà perché più avanza la tecnologia più il cervello di molti risulta mummificato.
Questa è solo la scellerata cecità di un Padre verso i suoi figli, invidiando quello che non possono avere, né essere. La mattanza per costruire i suoi eletti, credendo di dare loro l’eternità e l’autorità degli dèi, nutrendoli dell’energia ottenuta con un sacrificio, sta aggiungendo un altro fuoco all’altra estremità della candela, non ad una persona, ma a tutto l’universo e alle dimensioni ad esso collegate. La fine è il nulla eterno, raggiunto per il desiderio di conquista e sottomissione. Alla morte e all’estinzione si deve forse ubbidire? Consumano le stelle, ingoiate dal potere celeste che tutto vuole per sé, incapace di tornare sui suoi passi, macellando, odiando e invidiando per sottomettere la materia e la natura della materia, o forse la natura dell’anima, condannando la vita alla fine senza ritorno, consumata nella bramosia di eterno. Non è disobbedienza, cattiveria, o vanità, nemmeno frutto dell’immaginazione, la scienza non è un’opera, è invece il modo di vedere più obiettivo che esista, non ha recriminazioni, non vuole ottenere niente né trasformarsi in qualcos’altro, mette ogni cosa nella giusta prospettiva, se si vuole vedere più lontano del proprio naso.
Se stare collegato su Facebook fosse stato un lavoro, saremmo stati tutti milionari.
Non sono le galassie che si allontanano ma è il gas che si espande.
Riporre fiducia nella scienza significa credere che esista una “reale salvezza” anche quando si precipita vorticosamente nel folle, misterioso baratro dell’impossibile.
Preferirò in ogni momento una promessa giusta e onesta non realizzata, piuttosto di mille altre fatte per nascondere una rovinosa ambizione.
Siamo diventati tutti tecnologici, eppure regrediamo. Chissà perché più avanza la tecnologia più il cervello di molti risulta mummificato.
Questa è solo la scellerata cecità di un Padre verso i suoi figli, invidiando quello che non possono avere, né essere. La mattanza per costruire i suoi eletti, credendo di dare loro l’eternità e l’autorità degli dèi, nutrendoli dell’energia ottenuta con un sacrificio, sta aggiungendo un altro fuoco all’altra estremità della candela, non ad una persona, ma a tutto l’universo e alle dimensioni ad esso collegate. La fine è il nulla eterno, raggiunto per il desiderio di conquista e sottomissione. Alla morte e all’estinzione si deve forse ubbidire? Consumano le stelle, ingoiate dal potere celeste che tutto vuole per sé, incapace di tornare sui suoi passi, macellando, odiando e invidiando per sottomettere la materia e la natura della materia, o forse la natura dell’anima, condannando la vita alla fine senza ritorno, consumata nella bramosia di eterno. Non è disobbedienza, cattiveria, o vanità, nemmeno frutto dell’immaginazione, la scienza non è un’opera, è invece il modo di vedere più obiettivo che esista, non ha recriminazioni, non vuole ottenere niente né trasformarsi in qualcos’altro, mette ogni cosa nella giusta prospettiva, se si vuole vedere più lontano del proprio naso.