Anna Maria D’Alò – Morte
La morte non esiste, è solo un altro grembo da abbandonare per rivedere la luce.
La morte non esiste, è solo un altro grembo da abbandonare per rivedere la luce.
E perché non la morte, piuttosto che una vivente tortura?Morire è come esser messi al bando di se medesimi. Silvia è un altro me: bandirmi da lei è esiliar me da me stesso: mortale esilio! Qual luce è luce, se non per veder Silvia? Qual gioia è gioia, se Silvia non mi è vicina? O se non altro poter pensare che mi è vicina, e godere almeno il riflesso della perfezione? Se una notte Silvia non mi è vicina, non ha armonia il canto del rosignolo; se un giorno non contemplo Silvia, quel giorno non esiste per me. Ella è l’essenza stessa di me ed io non sono, se quel suo dolce influsso non mi riscalda, non m’illumina, non mi carezza, non mi alimenta. Col sottrarmi alla condanna mortale non eviterei di morire: se mi attardo qui non vado incontro che alla morte, ma se fuggo di qui fuggo lontano dalla vita.
Quando la morte l’hai vista in faccia, la vita assume un significato diverso.
Il dialogo è l’arma contro l’indifferenza, i preconcetti e i fraintesi.
La materia è solo materia, il pensiero nasce dalla materia, ma resta pensiero.
L’arte è il filtro della bellezza visiva e sonora.
La morte non cambia nulla, la morte è un evento secondario, incapace di arrestare l’universo incessante e prodigioso.