Il peso del tuo eccessivo amore qualcuno inevitabilmente se lo addossa: il fiore che strappi o l’amata di cui sei geloso con cui litighi o quell’amico che del tuo piagnisteo è stufo ma che comunque ti sopporta e ti aiuta!
Si muore non già perché sospinti da qualcuno ma semplicemente perché l’aria che si respira è divenuta insopportabile.
La Verità era uno specchio che cadendo si ruppe in mille pezzi. Ciascuno ne prese uno e, vedendo riflessa la propria immagine, credette di possedere l’intera Verità.
E di fronte a me l’infinito delle idee che non ha confini, né spazio, né tempo.
L’uomo è in bilico fra due soddisfazioni: materiale e spirituale, senza le quali è un cadavere che non troverà mai la strada.
Non esistono strade giuste da intraprendere, esistono solo vie da esplorare.
Quanto più quelle scritture apparivano incongrue con le loro tradizioni e concezioni, tanto più dovevano forzarne l’interpretazione, per renderle più consone ai loro bisogni morali e culturali. Si consolidò così questa molteplice tradizione interpretativa, “falsificante” quanto altra mai, e che pure costituì quel plurimillenario esercizio intellettuale che affinò così straordinariamente le virtù logiche di noi europei. È una mia ipotesi: ma il cavillo può diventare sottigliezza, il puntiglio può diventare rigore, l’arbitrio può diventare inventività, l’astrazione può rovesciarsi in universale concretezza. Così, del resto, la retorica e l’euristica greca del V secolo a.c. fornirono le armi logiche alle grandi riflessioni di Platone e di Aristotele, che restano le fonti massime di tutta la riflessione filosofica di noi occidentali.