Annamaria Crugliano – Tristezza
Già sapevo che questo sogno era più il mio che il tuo.
Già sapevo che questo sogno era più il mio che il tuo.
Mi ha detto della sua passione in un bacio, unica dimostrazione eclatante e allo stesso modo privata.
Non saremo mai in grado di apprezzare tutte le sfumature della Felicità, se non abbiamo avuto la possibilità di vivere il dolore.
C’era un cane alla fermata del l’autobus era basso nero, aveva una malattia “leccata”, ma non per questo non era fiero dell’ultima parte di pelo che gli era rimasta. Certo era un cane di razza, aveva sul muso una striscia bianca dritta come una linea pedonale. Il suo sguardo attraversava la strada, sembrava desideroso di raggiungere l’altro capo, le sue orecchie da cucciolo ascoltare il cinguettio di qualche passerotto su un ramo come fosse una ninna nanna. Se ne stava là disteso mai stanco di aspettare, un padrone invisibile scendere dal bus, nella convinzione che da lì ne sarebbe scesa la sua carezza.
Ci sono certi dolori, traiettorie senza tiro che vengono senza spasmi. Sono pianti e battiti di cuore, in cui sei preda di “lui camuffato” che per quanto rapidi o lenti siano ti rubano la vita.
Ci sono giorni che ti capita di sentirti sospesa nell’infinito, spettatrice della tua vita che va, anche senza di te.
Non ti importa più di nulla,ti trovi tra la gente, ma non è tua la gentenuvola rinchiusa in un barattolo,potresti volare in altoma sei costretta ad una prigione di vetrodialoghi con loro ma parlate lingue diverse,chiedi aiuto ma la sordità sovrasta la tue parole,destino di solitudine,inutile continuare.