Annamaria Crugliano – Tristezza
Lui non mi ha mentito ero io che avevo disperatamente bisogno… di credere che non sarebbe mai andato via.
Lui non mi ha mentito ero io che avevo disperatamente bisogno… di credere che non sarebbe mai andato via.
Ho sofferto la gabbia dell'”amore”. Ora cerco la “libertà” dell’amare.
Penso che la vita di ognuno di noi sia una cosa talmente personale e delicata, che quando qualcuno prova a giudicarla sarebbe meglio che si mettesse un tappo in bocca! Nessuno sa cosa passi, cosa provi e se anche comunque lo sa perché glielo hai spiegato e gliene hai parlato, non può giudicare comunque perché sei tu che hai sentito, provato e sofferto e solo tu puoi sapere.
Fa male, fa male, fa male. Quanto male fa quando a fare del male sei tu: molto meglio è riceverlo. Questa volta a sbagliare sei tu e quella grande luce che prima illuminava la tua persona ora si spegne quasi, come un cerino consumato. Ma questo non basta. Per caso un foglio cade dal cielo, vola sul cerino e nonostante ormai sia quasi spento, gli rimane una piccola fiammella, che accende il foglio e incendia. E tu, che pensavi di fare poco male, che infondo credevi di aver avuto le tue ragioni, ora ti accorgi di aver distrutto.
Io invece “ho perso la cosa più bella” che non è mai stata mia.
La tristezza si sveglia prima di me, non si fa trovare impreparata e mi fa la sua accorta accoglienza; non la scaccio via, la tengo buona perché non chiami a sé le sue compagne a far festa del mio animo.
Purtroppo, quando sei troppo buono, lo sei anche con chi lo merita, e alla sofferenza si aggiunge la rabbia di non riuscire a essere diverso.