Anonimo – Abbandonare
E poi rimasi così. Folgorata dal passaggio fra il tutto e il nulla. Abbandonata in uno squarcio di dolore, lì dove fui lasciata.
E poi rimasi così. Folgorata dal passaggio fra il tutto e il nulla. Abbandonata in uno squarcio di dolore, lì dove fui lasciata.
Quando siamo bambini l’inferno non è altro che il nome del diavolo sulla bocca dei nostri genitori. Poi questa nozione si complica, e allora ci rigiriamo nel letto nelle interminabili notti dell’adolescenza, cercando di spegnere le fiamme che ci bruciano, le fiamme dell’immaginazione. Più tardi, quando non ci guardiamo più allo specchio perché i nostri volti cominciano ad assomigliare a quello del diavolo, la nozione dell’inferno si trasforma in un piumone intellettuale e allora, per sottrarci a tanta angoscia, ci mettiamo a descriverlo. Giunti alla vecchiaia l’inferno è così alla portata di mano che l’accettiamo come un male necessario e lasciamo persino scorgere la nostra ansia di patirlo. Ancora più tardi, e adesso sì che siamo tra le sue fiamme, mentre bruciamo cominciamo a intuire che forse potremmo acclimatarci. Passati mille anni un diavolo ci chiede, con aria di circostanza, se soffriamo ancora; gli rispondiamo che l’abitudine ha una parte ben maggiore della sofferenza. Alla fine arriva il giorno in cui potremmo abbandonare l’inferno, ma rifiutiamo fermamente tale offerta. Chi rinuncia infatti a una cara abitudine?
L’artista è il creatore delle cose belle. Rivelare l’arte e nascondere l’artista è lo scopo dell’arte.
Ti penso così forte che a volte ho paura che chi mi sta accanto possa…
La vita è questione di culo: o ce l’hai o te lo fanno.
Si sedes, non is; si non sedes, is.Se ti siedi non vai; se non siedi, vai.
Nei sogni ci sono i colori che questo sbiadito mondo non ci offre.