Ortensio Lando – Antichi aforismi
Quale è la vera imagine dell’uomo?Ella è la favella.
Quale è la vera imagine dell’uomo?Ella è la favella.
Che cosa è la vita dell’uomo senza letteratura?Ella è una morte, e una vera sepoltura dell’uomo.
Qual è il miglior rimedio che usar si possa nelle cose, irrecuperabili?La dimenticanza d’esse.
Perché tanto lodarono gli antichi la vita rusticana?Per esser ella maestra di frugalità, di diligenzia, e di giustizia.
Chi è che ben vive?Colui che celatamente vive.
Qual è colui che veramente dir si può forte?Colui che sé stesso vince, e non altrui.
A chi nuoce la povertà? A chi pazientemente non la tollera.Percioché ella rende ciechi i favoriti suoi.
Sarebbe follia voler far trionfare la superbia del medioevo: il ricco camminando col progresso s’innalza.
L’occupazione è una necessità: l’uomo che vive nell’ozio ruba quello che mangia.
Se il povero ruba, sovente ruba per necessità; se chi ha buona posizione ruba, lo fa trascinato dal vizio.
La moneta è il linguaggio internazionale.
È continuamente un pericolo che ci sovrasta.
Vorrei sapere, che cosa sia prodigalità?Ella è una sorte di perturbazione chiamata dagli stoici dissoluzione, e diminuimento di virtù; la qual perturbazione si trova d’intorno allo spendere il più di quel che si conviene.
Il legislatore dovrebbe immedesimarsi nelle persone per cui fa le leggi, onde potersi formare un esatto giudizio.
La politica comune è, troppo spesso, l’arte di mandare innanzi, a braccetto, la verità è la menzogna, per modo che chi le vede passare non sappia distinguere quale sia la menzogna e quale la verità.
Tanto vale l’uomo quanto vale il concetto che egli si forma della felicità.
Chi si fida di ognuno, mostra d’avere poco discernimento e poco giudizio: chi non si fida di nessuno, mostra d’aver neanche meno.