Marco Alberici – Antichi aforismi
I vizi dell’umanità non sono meno nell’ordine delle cose che i fulmini e le tempeste.
I vizi dell’umanità non sono meno nell’ordine delle cose che i fulmini e le tempeste.
L’orgoglio d’una virtù è spesso il germe di molti vizi.
L’adulazione prende ogni sorta d’aspetto, fin quello del biasimo.
I piaceri dell’illusione nascono col desiderio e finiscono con lui.
In quegli uomini in cui le passioni sono più tarde a risvegliarsi, e si sono più tarde ed ostinate; in quelli in cui facilmente si eccitano, sono superficiali e presto si dileguano.
Ognuno pensi a se, e non si curi d’altro.
L’affettar che fa taluno troppa sincerità nel discorso è un indizio quasi infallibile che egli ne ha poca nel cuore.
L’uomo che potendo, per natura, essere arguto e caustico, sappia serbarsi benevolo, è animale raro.
Sono opere d’arte in cui ammiriamo principalmente l’idea, e altre in cui ammiriamo principalmente l’esecuzione. Perfette ci paiono quelle in cui l’una e l’altra possiamo ammirare del pari.
Presso che le operazioni tutte con le quali gli uomini s’ingegnano di acquistare la felicità, sono ad essi cagione di maggiore infelicità.
Accade alla maggior parte de’ mariti di ricuperare la moglie quando sarebbero ben contenti di perderla.
Ciò che vi è di ridicolo in una vecchia innamorata, non è ch’essa ami, ma che si lusinghi d’esser amata.
Una verità di riflesso non avrà mai tanta forza sul cuore umano come una verità di sentimento.
Così la violenza, come la debilità dello spirito, hanno spesso un effetto medesimo: la sterilità.
Chi, essendo in guerra col mondo, e in pace con se medesimo, può essere felice; ma non può non essere infelicissimo chi, essendo in guerra con se medesimo, se in pace col mondo.
Il piacere non tanto nasce dalla natura delle cose, quanto dal bisogno che abbiamo delle medesime.
Onde interrogare qualche volta la coscienza, raccogliersi nello spirito o contemplar la natura, è senz’altro voglia di far niente.