Antonino Gatto – Morte
Tu che vedi oltre l’orizzonte,continua a guardarmi,e col riflesso dei tuoi occhi,illuminami la via…
Tu che vedi oltre l’orizzonte,continua a guardarmi,e col riflesso dei tuoi occhi,illuminami la via…
L’ignorante, critica il suo compagno, mentre mangia la torta, convinto che l’unica dolciuria sia leccare…
Siamo nati per vivere e viviamo per morire…
La vita è breve, ci dicono, sì, la vita è breve. Ma com’è morire? Cosa si prova quando la tua vita terrena finisce? Quando i tuoi occhi si chiudono per sempre e la tua anima si innalza verso Dio? Questo no, non ce l’hanno mai raccontato, e ancor oggi io sento che la sua morte non l’ho ancora superata. Certo, so che lei mi guarda pacifica e con occhi angelici, ma ogni morte altrui risveglia in me forti dolori. Dolori incancellabili. Dolori indelebili Dolori paralizzanti, come la morte.
Molto spesso all’imbrunire, la pantera del “non farcela” mi è saltata addosso,ma per fortuna all’alba come un leone ho affrontato il nuovo giorno.Ogni anno mi soffermo, solo un attimo, ed immagino cosa mi sarei perso, se il buon coraggio non avesse preso il sopravvento.
Solo col tempo ci si rende conto che non amare è un lungo morire.
Guardare senza paura alla morte, come ad un’amica onnipresente, inseparabile compagna di viaggio, capace e saggia consigliera.