Antonio Cassano – Sport
Il calcio è una droga e io ne sono dipendente.
Il calcio è una droga e io ne sono dipendente.
Non pensare al dolore, non pensare a niente di simile, pensa a rimanere li, davanti, e non indietreggiare, usa la tua paura e sfruttala al meglio, usa il cuore, sì padrone di te stesso.
Questo arbitraggio è stato perfetto e uno dei migliori della mia vita.
Io vado in campo per dare una mano alla squadra, non con l’intenzione di fare punti.
Ho tanta rabbia dentro per come sono stato cacciato da Lotito. Gli ho regalato due anni, nei quali non prendevo nemmeno i soldi. Uno come me, che ha fatto di tutto per restare legato alla squadra, è stato ricattato per andare via. Sono stato “minacciato” anche nel periodo in cui mi allenavo fuori rosa. Nell’ultima giornata della stagione 2004-2005, dopo 10 anni di Lazio, mi è stato impedito di fare giro di campo per salutare i tifosi e sono dovuto andare io in curva. Investimenti non ne vuole fare e tutti i laziali man mano sono stati mandati via. Sta togliendo la lazialità. Si parlerebbe troppo di Peruzzi, Di Canio, Negro e poco di Lotito.
Non vorrei dare alito a delle polemiche.
Non è vero che non mi piace vincere: mi piace vincere rispettando le regole.