Antonio De Santis – Tristezza
Siamo tutti dei sottoprodotti di una società futuristica a dir poco malata!
Siamo tutti dei sottoprodotti di una società futuristica a dir poco malata!
Certe persone sono più presenti se assenti, il loro silenzio riempie ogni vuoto.
Non è solitudine quando sono solo con me stesso. La mia solitudine è solitudine quando tu non ci sei neanche tra i pensieri miei.
Quando un amore finisce, quando la delusione ci assale, non dovremmo mai lasciarci andare così tanto fino ad annullarci, fino al punto di dimenticarci di noi stessi. È vero, il dolore può graffiarci l’anima fino a farla sanguinare, ma non facciamo in modo che esso ci divori. Se quella traccia incancellabile ci avrà reso persone migliori, anche la sofferenza avrà avuto un senso ed il ricordo che ne rimarrà, sarà come una delicata carezza sul cuore.
Qui posso piangere la mia nascosta pena, solo che le nude rocce mantengano il segreto. Da dove cominciare, dal lamento delle mie lacrime, della tua durezza? Acerbo il mio dolore, per colpa mia.
Queste lacrime sembrano voler lavare lo sporco, Lo sporco che tu mi hai gettato addosso.
Non c’è vuoto più grande di quando qualcuno ti entra nella vita, te la scombussola e poi se ne va.