Antonio Rega – Stati d’Animo
L’errore è: attribuire all’altro il merito della propria felicità, e la colpa della propria possibile infelicità.
L’errore è: attribuire all’altro il merito della propria felicità, e la colpa della propria possibile infelicità.
E poi ti stanchi, anche di stare male.
Non spendere parola perché parola non si spende innanzi alla soavità. Si accarezza con gli occhi. È affanno. Corre il fremito e manca l’ossigeno. Brivido. Si affonda con la stessa delicatezza di una foglia che cade. Ritmo. L’esistenza è incessante. È la vita che stringe. Magone. Si ricomincia. Non si vuole finire. Sorprendersi per continuare a esistere. Esserci. Tesserci.
Abbi sempre la voglia e la forza di farti coinvolgere attivamente in qualcosa di nuovo.
Quando le persone confermano la brutta opinione che hai sul loro conto, non sai mai se essere doppiamente triste per la conferma o complimentarti con te stesso, stringendoti la mano compiaciuta, per averci azzeccato di nuovo.
È greve il dover patire si tanta cruenta ignoranza di colui che ogni parola l’avvolge in gratuita bestemmia.
Spero che la macchina parta. Spero che il lavandino non sia ingorgato. Sono contento di non essermi scopato una studentessa. Sono contento di avere problemi ad andare a letto con le donne che non conosco. Sono contento di essere un idiota. Sono contento di non sapere niente. Sono contento di non essere ancora morto. Quando mi guardo le mani e vedo che sono ancora attaccate ai polsi, mi dico che sono fortunato.