Aristofane – Paura & Coraggio
Chi vi vuole bene, vi fa paura.
Chi vi vuole bene, vi fa paura.
I giovani avevano poco coraggio, si guardavano tra di loro, come pecore che seguivano il proprio pastore, un Dio da qui pendevano le loro labbra e quando un fulmine cascava nella loro terra, correvano impauriti, verso il nulla più totale. Al ritornar del sole, ognuno era solo, lontano da gli altri, ognuno ora era una pecora vuota senza anima, che sarebbe morta di fame tra le terre aride.
Sai cos’è facile? Allacciarsi le scarpe. Ma c’è stato un momento in cui non lo è stato. Quando? Prima di imparare a farlo. Chiamiamo difficile ciò che non abbiamo imparato a fare, impossibile ciò che non vogliamo fare…
Il coraggio è un fiume in piena fra gli argini della paura.
Non sarà il tempo a fare in modo che io mi rialzi, ma la mia forza, il mio coraggio e la mia volontà nel suo trascorrere lento e difficile.
Credere. Disperatamente credere. Questo è il comune denominatore di chi è spaventato. Dalla vita, dalla morte, dagli individui, dai mostri del cuore. Credere disperatamente che tutto possa andar meglio, credere disperatamente che esista qualcuno in grado di alleviare le sofferenze, credere disperatamente che il domani possa essere migliore.
La paura è una scala appoggiata sulla parete dell’ignoto.