Carmelo Bene – Arte
Il pensiero è un risultato del linguaggio.
Il pensiero è un risultato del linguaggio.
Per me il vero amore,la vera felicità è soloil teatro.
Anche le parole possono elevarsi ad arte. Succede quando la musica ne diventa parte.
Senza l’arte l’artista morirebbe prima di nascere!
Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivopuò essere un capolavoro.
L’ispirazione è una carezza inaspettata che scende leggera tra il silenzio e il pensiero.
La Bellezza è un attimo di eterno che l’occhio del pittore cattura in un’immagine.
Non mi appaga il trascrivermi, per me sarebbe un esorcizzarmi nella monotonia di scrivere ciò che già è in me, scrivere ove vorrei giungere ha in me il rischio di rendere logicamente lineare l’obiettivo, privandolo così dell’inatteso stupore.No, non so proprio scrivere, conscia che l’attimo successivo se lo porterà via, adoro scrivermi nel mentre.
Mi piace scrivere, imprimere l’inchiostro dell’anima che sprigiona i pensieri e i sentimenti più profondi; mi piace sentire il verbo delle emozioni, che traccia la penna, sul foglio bianco della vita.
Comincio a credere, anche a rischio di cadere nel paradosso […] che l’artista deve amare la vita e odiare l’arte. Il contrario di ciò che ho pensato fino ad ora.
Chi sa leggere deve almeno conoscere la propria scrittura.
La diversità è dentro di noi,… dipende dalla nostra capacità di saper guardare, andando oltre.
La fotografia come ogni mezzo dell’arte è il modo che abbiamo per fermare un eterno attimo d’amore.
Voi stesso potete plasmare e animare il gioco della vostra vita a volontà,dipende da voi. Come la pazzia in un certo senso elevato,è l’inizio di ogni sapienza, così la schizofreniaè l’inizio di tutte le arti, di ogni fantasia.
Se lei si illude d’esserci, se lei si illude che io esista lo faccia.
Da Carmelo Bene, abbiamo appreso l’arte del disapprendere,dello sperpero dell’arte, della generosità autentica di chi è uscito dalla catena di montaggio. Dobbiamo a questo genio la lezionedi un arte che non consola, che non si arruffiana con il potere,che considera l’individuo non come facente parte di un socialecatalogato e omologato. Quando lo ascolti non sai cosa voglianodire quei testi. Il fatto è che nell’istante in cui Carmelo Benepronuncia una parola, in quell’istante, tu sai cosa vuol dire,un istante dopo: non lo sai più. Così il significato del testoè una cosa che percepisci, si, ma nella forma aereadi una sparizione. Lui diventa quelle parole e quelle parolenon sono più parole, ma voce. E suono che accadediventa ciò che accade, e dunque tutto… e il resto non è più niente.
Nessuno, penso, dovrebbe leggere poesie, o guardare quadri o statue, se non vi sa trovare molto di più di quanto il poeta o l’artista vi abbiano effettivamente espresso.