Arthur Penrhyn Stanley – Paradiso & Inferno
Ci sono lampi di paradiso per noi, in ogni atto, o pensiero, o parola che ci eleva sopra noi stessi.
Ci sono lampi di paradiso per noi, in ogni atto, o pensiero, o parola che ci eleva sopra noi stessi.
Questo è ciò che potrebbe essere l’inferno: una piccola chiacchierata al mormorio del Lethe riguardo ai bei tempi andati, quando preferivamo essere morti.
Il paradiso? Esisterà se l’inferno cesserà.
Fai delle mie mani il suadente sudario delle tue perversioni.
Per alcuni di noi, per cui la vita è o bianca o nera, o tutto o niente, o dentro o fuori, senza mezze misure…l’essenza di ogni oggetto che possiamo possedere, dal più scontato al più raro, viene massimizzata, fondamentalmente privandosene. Perché solo la privazione aumenta il desiderio. E quando il desiderio è estremo, la sua percezione e intensità sono equivalenti a quelle di un orgasmo. Ebbene si. Bisogna fare l’amore. Fare l’amore con il cibo, con le proprie passioni, con la propria mente, con il proprio corpo, con il proprio uomo. E fare l’amore significa arrivare allo stremo delle energie fino a far male, a far mancare il respiro, a nauseare. Una sorta di masochismo paradossalmente rigeneratore, che si raggiunge solo rendendo esclusivo l’approccio con l’oggetto. L’abitudine è assuefazione che sminuisce il suo straordinario valore. Per questo bisogna fondamentalmente privarsene…
L’inferno non è mai tanto scatenato quanto una donna offesa.
Promessa delle religioni affinchè si rimandi tutto quello che vorremmo fare ora e che non ci è concesso.