Emilio Rega – Ateismo
Quel tarlo del dubbio che ti toglie il gusto della fede.
Quel tarlo del dubbio che ti toglie il gusto della fede.
Forse dovrei prendere esempio da coloro i quali si definiscono atei per essere una buona cristiana.
Non credo a quello che non vedo, né a quello che mi viene narrato. Da profane bocche trapelano frasi documentate su possibili falsi reperti. Mi reputo miscredente finché egli, se mai ci fosse, si presenterà al mio profano cospetto.
Chi vuol togliere Dio dalla vita dell’uomo, non fa che aggiungere altri dei alla propria vita.
Senza Dio e senza vita futura? Tutto è permesso dunque, tutto è lecito?
Se anche solo pensando si commette peccato allora perché non chiediamo perdono a Dio per esistere?
Alla fine se ci pensate, il Vaticano non ha nulla da invidiare agl’altri paesi… c’è criminalità, pedofilia, evasione fiscale… a voi il resto!
Se un uomo ha un amico immaginario è pazzo, se tanti hanno un amico immaginario è religione!
Mi chiedo perché oggi come oggi essere atei è diventata una moda!?
Le religioni non possono rilasciare biglietti per il paradiso!
La guerra, la morte l’ingiustizia, ho come l’impressione che un’accozzaglia di dei stia giocando a battaglia navale sul pianeta terra!
L’ateismo fu opzione finché diventò religione.
L’intelligenza fa comprendere che Dio è la propria coscienza.
Non c’è religione che tenga per un ateo che si sostenga.
Se proprio esistesse, vorrei un Dio con la d maiuscola.
Chi cerca di darsi ragione della propria esistenza è facile che si smarrisca ma è più facile che aspiri alla divinità.
L’uomo immagina qualcosa al di là di ogni barriera. Piuttosto che il vuoto, l’inutile, l’inesistente, l’atemporale, sentendosi vivo e pensante, immagina Dio. Confrontandosi poi con l’immaginato, vedendosi nudo e sprovvisto, cerca di realizzarlo e attiva in sé una marcia che non avrà mai fine. Così, l’immaginato, per il tramite della potenza della fede, realizza, strada facendo, se stesso.