August Strindberg – Tristezza
Quello di cui ho paura non è la morte, ma la solitudine.
Quello di cui ho paura non è la morte, ma la solitudine.
Qui posso piangere la mia nascosta pena, solo che le nude rocce mantengano il segreto. Da dove cominciare, dal lamento delle mie lacrime, della tua durezza? Acerbo il mio dolore, per colpa mia.
È la mancanza delle piccole cose che causa grandi vuoti nell’anima.
Il dolore può divenire un nobile mantello se abbracciato con suprema dignità.
Non possiamo evitare a qualcuno di piangere, però possiamo evitare a qualcuno di piangere da solo.
Puntualmente le peggiori delusioni arrivano da chi consideri “amico”, ma preferisco proseguire sola piuttosto che circondata da “attori”.
Che c’è? C’è che sono le tre di notte e non ho voglia di spegnere la luce. Non ho voglia di ricominciare a pensare. Non ho voglia di addormentarmi con gli occhi bagnati. Non ho nemmeno voglia di svegliarmi domattina, perché la giornata sarà uguale a questa appena passata. E così scrivo, per cercare di buttar fuori qualcosa che tanto so già di non riuscire a fare. Che c’è? C’è che sono stanca. Stanca di vedere un grosso punto davanti alla mia vita. Così va. Da schifo. Non la spegnerò la luce stanotte!