Barbara Brussa – Abitudine
Siamo, forse, troppo immersi in un mondo che usa il “bene” come un paravento per coprire biechi interessi, tanto da non riuscire nemmeno più a concepire un piccolo gesto fatto con un cuore colmo di ideali.
Siamo, forse, troppo immersi in un mondo che usa il “bene” come un paravento per coprire biechi interessi, tanto da non riuscire nemmeno più a concepire un piccolo gesto fatto con un cuore colmo di ideali.
Indubbiamente, l’assuefazione logora ogni cosa.
Si parla e si scrive molto spesso d’amore quasi come se fosse un isola che non c’è.
Le più belle poesie d’amore si scrivono da sé, senza foglio né penna, in un intreccio di respiri che rimane indelebile fra le pieghe dell’anima.
Prediligo l’eleganza di chi sa indossare l’abito del silenzio, a lasciar decantare sconforto e delusioni; di chi sa camminare tra ipocrisie e incomprensibili motivi, su vertiginosi tacchi, per non scendere a certi bassi livelli. L’eleganza di chi evita di offrire miseri e volgari spettacoli, mandando in scena il peggio di sé. Per difendere il nostro meglio, abbiamo solo bisogno di masticare eleganza, lasciando sfumare l’impeto. E dal silenzio, poi, nasceranno parole, cariche di tutti i propri perché e assai più raffinate di quel veleno di parole che alcuni sputano fuori, senza pensarci neppure un solo istante.
Le parole, si sa, sfidano il tempo. Una buona lettura, prima di andare a letto, fa scivolare nel sonno più serenamente.
E ancora non ci rendiamo conto che “impossibile” è solo un limite posto dalla ragione…