Bertolt Brecht – Guerra & Pace
Quando i leader parlano di pace, la gente comune sa che la guerra sta per arrivare. Quando i leader maledicono la guerra, l’ordine di mobilitazione è già firmato.
Quando i leader parlano di pace, la gente comune sa che la guerra sta per arrivare. Quando i leader maledicono la guerra, l’ordine di mobilitazione è già firmato.
Uno non dovrebbe giudicare chiunque nel mondo per le sue qualità di soldato: altrimenti non avremmo la civilizzazione.
L’argomento era sempre e ancora la guerra, che tutti volevano nascondere come sporcizia immobile sotto il tappeto e che strisciando da serpente riusciva sempre a sporgere la testa oltre i bordi.
Il nostro sogno è di percorrere in autostop quei paesi che sono stati sconvolti da guerre recenti e non sempre completamente sedate, un viaggio un po’ ardito, lo so, quello di due bellissime spose vestite per un matrimonio. Un matrimonio che forse è già avvenuto e che forse non avverrà, o che forse è rappresentato dal viaggio stesso.
Non tutti i militari subiscono il processo di deumanizzazione, i più forti riescono a combatterlo.
È indispensabile vivere con l’obiettivo di non vincere le singole battaglie, perché un primo scontro vinto può anche allontanare la mente dal vero bersaglio e dalla vera meta. Quello che conta in una guerra è distruggere i punti strategici. La vittoria arriverà solo colpendo nei punti deboli dei nemici, dove è il cuore e non le armi a dover respingere gli attacchi.
Negli ultimi 5.000 anni, l’umanità ha fatto 14.000 guerre. Tutta questa energia, convertita in amore, oggi il mondo, sarebbe migliore.