Carl William Brown – Vita
Qual è la variabile dipendente? La vita perché dipende dalla morte o la morte perché dipende dalla vita?
Qual è la variabile dipendente? La vita perché dipende dalla morte o la morte perché dipende dalla vita?
Più amo più mi sento fragile. Mi chiedo se amare comporta il sentirsi sempre così in bilico, tra la gioia di amare e la paura di perdere chi si ama.
Si vive una sola volta. E qualcuno neanche una.
Se pensi che la vita sia liscia come l’olio, ti ricrederai subito quando batterai una bella cullata sul pavimento.
La gente ti guarda e pensa di aver capito tutto di te. Magari solo per come ti vesti o per come ti poni. Da piccoli dettagli, ma non riescono minimamente a sforzarsi un momento in più e chiedersi se effettivamente dietro a quella donna, apparentemente sicura e forte non si nasconda invece una persona umile, semplice e magari fragile.
Forse, come altri, siamo stati lasciati soli su questo pianeta, senza l’intervento dei nostri evoluti padri, solo per vedere se riusciamo a creare un qualcosa di diverso da quello che loro hanno creato.
Ogni cosa ha il suo opposto. Tutto ha un opposto, tranne la vita. La vita non può averne. Non può perché fluisce, di continuo. Di continuo, perché non si ferma. Non si ferma neanche quando un amore finisce. Quando un amore finisce e hai il cuore a pezzi. E i pezzi sono così tanti e così piccoli che non si vedono quasi più. E non si vedono perché se li vedessi vorresti rimetterli insieme. Ma rimetterli insieme sarebbe inutile. Inutile perché qualcosa continuerebbe a mancare. Continuerebbe a mancare quella piccola parte persa per sempre. Per sempre andata, dispersa. Come sono disperse le cose che lasci al mondo. Le cose che lasci alla vita. Per questo la vita non si ferma. Non si ferma perché di nutre dei pezzi di noi che vagano. Vagano pronti ad essere fagocitati. Vagano al solo scopo di essere fagocitati.