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Carla Compierchio – Silenzio

Questa sera regna il silenzio. Mi avvolge ed io lo odio, sembra voglia accarezzarmi, ma io lo scanso, perché voglio “raccontare”. Raccontare di me, di quanto sento il freddo della mancanza, di quanto mi scaldi il cuore sentirmi “ascoltata”, di quanto sia bello scoprire pezzi di me in altre persone. Vorrei dirgli che senza di lui sto bene, senza il silenzio io cammino e non ho paura di nulla, allora sai cosa ti dico: “Silenzio parlami!”

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    Si fa un cammino, fianco a fianco, ma può accadere che qualcuno resti indietro, o che si distacchi. E ci si chiede quale possa essere il motivo, la ragione. Può anche non esserci una ragione, nel cammino le dinamiche cambiano, l’entusiasmo può finire, possono nascere i dubbi eil sogno iniziale svanisce. È inutile allora cercare di trattenere a se l’altra persona, perché l’amore è un atto di volontà e come tale ha in se la libertà. Lasciare l’altro libero di accostarsi a te oppure di allontanarsi anche se si è consci che ciò ti procurerà sofferenza.

  • Carla Compierchio – Anima

    Sei importante sì, e sei bella e non solo dentro, checché tu ne dica. Uno sguardo dolce e profondo avvolto da un bel po’ di dolore ma che continua ad emozionare ed emozionarsi. Che tu credi che sia troppo tardi per le emozioni, ma non è così. Perché se anche il tuo cuore affanna, tu respiri forte e vivi con i tuoi pensieri veloci, i tuoi occhi come zampilli e le tue mani sempre operanti. Perché tu sei una di quelle donne che hanno avuto tanto dalla vita ma che a lei hanno anche dato tanto, quelle donne che nonostante tutto si sono costruite delle zattere per attraversarne il corso, e porti poesie ai cuori.

  • Alessia Porta – Silenzio

    Si dovrebbe istituire la giornata del silenzio. Il silenzio quello vero. Per un santo giorno tutti zitti. Nessun “ciao”, “buongiorno” o “buonasera”. Nessuna parola di cortesia, nessun insulto, nessuna telefonata per strada, o tra le corsie di un supermercato, nessuno spreco di fiato. Cosi se proprio ci teniamo a dimostrare qualcosa, siamo costretti ad agire, a prendere carta e penna e scrivere, a salire in auto e presentarci di persona, a suonare un campanello con un sorriso, con il broncio, o quel che ci pare. Non ci sarà il bisogno di parlare. Per un solo giorno, forse, non daremmo per scontato il valore delle parole.