Carlo Bo – Libri
In un mondo minacciato, la letteratura dovrebbe essere una guida, non un rifugio.
In un mondo minacciato, la letteratura dovrebbe essere una guida, non un rifugio.
La felicità della donna che si ama, quando questa felicità viene da un rivale, è una tortura per un geloso. Ma per un geloso com’era Raul, per questo cuore che per la prima volta si impregnava di fiele, la felicità di Luisa era una morte ignominiosa, la morte del corpo e dell’anima.
Adesso erano tutti morti: Jory, il vecchio ser Rodrik, lord Eddard, Harwin e Hullen, Cayn, Desmond e Tom il Grasso, Alyn con il suo sogno di diventare cavaliere, Mikken che gli aveva forgiato la sua prima vera spada. Anche la Vecchia Nan, molto probabilmente.E Robb. Robb che era stato per Theon un fratello, più di ogni altro figlio generato dai lombi di Balon Greyjoy. “Ucciso alle Nozze Rosse, macellato dai Frey. Avrei dovuto essere con lui. Invece dov’ero? Sarei dovuto morire al suo fianco.”
Nessuno riesce a nascondere nulla quando guarda negli occhi. E ogni donna, con un minimo di sensibilità, riesce a leggere negli occhi di un uomo innamorato.
Lo scrittore indossa più vite, il lettore le vive.
Scrivere è parlare e parlarsi. La parola è troppo bella perché siamo noi, ognuno di noi; se solo sapessimo apprezzare le parole (senza buttarle), imparando ad accarezzarle, sarebbe un mondo – forse – diverso! Ho, sin da piccolo, percepito la parola come suono melodioso che penetra il cuore perché è attraverso la parola che si scopre un mondo. Tutto è parola e senza la parola le meraviglie del mondo non sarebbero state come sono perché è la parola a rendere l’anima di ogni cosa. Negli anni, ho scoperto che la parola, adagiata su un foglio bianco, diventa una foto; si, proprio così, rende un’immagine, sprigionando forza/luce evocativa/emotiva. Accarezzando il foglio con l’inchiostro, ritrovo me stesso – anzi – l’altro me stesso: mi scopro passo dopo passo e, scoprendo me stesso, scopro anche gli altri. Scrivo perché tante emozioni vanno trascritte per non essere temute o dimenticate.
Scrivere è sottrarsi alla condanna di una sola vita.