Cesare Beccaria – Morte
Non è dunque la pena di morte un diritto, […] ma è una guerra della nazione con un cittadino.
Non è dunque la pena di morte un diritto, […] ma è una guerra della nazione con un cittadino.
Non hai la possibilità di vivere perché non hai la forza per continuare a vivere.
La morte è l’unico mezzo di evasione sicura da un mondo assurdo, tutti gli altri metodi non consentono risultati apprezzabili; dunque poiché siamo tutti prigionieri, per i più caritatevoli è giunta l’ora di aiutare il proprio prossimo.
Se non sarà fermato, non si fermerà. Non esistono indizi, ma segni. Non esistono crimini, solo anomalie. E ogni morte è l’inizio di un racconto.
Da questa lontana terra anche io griderò: “non sono d’accordo alla guerra!” Tra qualche anno ci diranno che avevamo ragione. Speriamo che non sia troppo tardi.
Voglio morire non per liberarmi dalle sofferenze della vita, ma per liberare gli altri dalla sofferenza di volermi bene.
Per me la morte significa ben poco. È l’ultimo scherzo in una serie di brutti scherzi.