Charles Bukowski – Libri
È lo scrivere che sceglie te, non tu che scegli lo scrivere.
È lo scrivere che sceglie te, non tu che scegli lo scrivere.
Soldato, lascia che ti accarezzi il viso e baci le tue labbra, lasciami urlare attraverso i mari e sussurrare attraverso i prati ghiacciati della Russia quello che sento per te… Luga, Ladoga, Leningrado, Lazarevo… Alexander, un tempo ora mi hai portata, e ora io porto te. Nella mia eternità, ora io porto te.Attraverso la Finlandia, attraverso la Svezia, fino in America con le mani tese, mi ergerò e mi farò avanti, destriero nero che galoppa senza cavaliere nella notte. Il tuo cuore, il tuo fucile, mi conforteranno, saranno la mia culla, la mia tomba.Lazarevo stilla il tuo essere nel mio cuore, goccia d’alba al chiaro di luna, goccia del fiume Kama. Quando mi cerchi, cercami là, perché là sarò tutti i giorni della mia vita.
Quel che abbiamo letto di più bellolo dobbiamo quasi sempre a una persona cara.Ed è a una persona cara che subito ne parleremo.Forse proprio perché la peculiarità del sentimento,come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire.Amare vuol dire, in ultima analisi,far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo.E queste preferenze condivise popolano l’invisibile cittadella della nostra libertà.Noi siamo abitati da libri e da amici.
Era pieno di idee. La notte scorsa, nella biblioteca, avendo appena rapinato un grande scrittore.
Che fine ha fatto Prodi, con l’occhiale montatura Telefunken e il viso a forma di Tetrapak?
Non esiste un vascello veloce come un libro, per portarci in terre lontane, né corsieri come una pagina di poesia che si impenna.
Siamo umanitari e nobili, non abbiamo intenzione di conquistare altre razze, vogliamo solo trasmettere i nostri valori e in cambio impadronirci del loro patrimonio. Ci crediamo cavalieri dell’Ordine del Santo Contatto. Questa è una bugia. Noi cerchiamo solo l’uomo. Non abbiamo bisogno di altri mondi, abbiamo bisogno di specchi. Non sappiamo che cosa farcene di altri mondi. Uno ci basta, quello in cui sguazziamo. Vogliamo trovare il ritratto idealizzato del nostro mondo! Cerchiamo dei pianeti con una civiltà migliore della nostra… ma che sia l’immagine evoluta di quel prototipo che è il nostro passato primordiale. Dall’altro lato, c’è in noi qualcosa che non accettiamo, contro cui lottiamo; ma che comunque resta, perché dalla terra non abbiamo portato un distillato di virtù o una statua alata dell’uomo! Siamo arrivati qua così come siamo realmente, e quando l’altra faccia, cioé la parte che manteniamo segreta, si mostra com’è veramente… non riusciamo ad andarci d’accordo.