Charles Bukowski – Morte
Comunque tutti finivano per crepare, era un dato di fatto. Niente di nuovo. Il problema era l’attesa.
Comunque tutti finivano per crepare, era un dato di fatto. Niente di nuovo. Il problema era l’attesa.
Quando ti rendi conto di essere inutile come persona e come essere non sei più in grado di pensare a te stesso… semplicemente smetti di pensare e lasci che la vita ti scivoli via.
Lui è fottuto, pensò Harry, e io sono fottuto. Siamo tutti fottuti, solo in modi diversi. Non c’è nessuna verità, non c’è nulla di reale, non c’è nulla.
Ci sono due eventi importanti nella evoluzione del essere: la nascita e la morte, il tempo che trascorre tra uno e l’altro evento non è che un insieme di colori che abbiamo scelto di usare per dipingere il quadro della propria vita.
Ma se i morti sono in Paradiso, perché portare i fiori al cimitero?E se malauguratamente fossero all’inferno perché illuminarli con futili lumi di cera? Potrebbero forse guardarci indignati?Se l’anima vive ed è invisibile non sarebbe meglio rimembrarli col pensiero anch’esso invisibile e intoccabile?E se l’anima sopravvive alla morte perché li chiamiamo defunti?
La morte non è nel non potere più comunicare, ma nel non potere più essere compresi.
Eterna risorge sempre la speranza, come un fungo velenoso.