Chiara Libero – Abbandonare
Abbandonano ii genitori anziani, li lasciano in mani altrui. Poi: giudicano, disprezzano, pretendono. È il ringraziamento per chi si occupa di loro!
Abbandonano ii genitori anziani, li lasciano in mani altrui. Poi: giudicano, disprezzano, pretendono. È il ringraziamento per chi si occupa di loro!
L’abbandono è un atto di mancanza. Non so che cosa sia l’amore e ti lascio senza pensare che magari tu lo sai.
Mi dispiace non averlo fatto prima.Ora mi sento molto più leggero.
Viene dalle finestre socchiuse, tutta questa luce, viene a osservare la mia veglia che non ha più forze per chiudere gli occhi.Da quando ho cercato di mettere il bavaglio a questa cosa che mi dice dentro che non ti ho eliminato dal mio vivere, o dall’apparenza di ciò che vuol dire, non riesco più a lasciarmi vincere dal sonno… e dalla stanchezza, e la notte non ha più motivo di essere. Tu eri nella notte, dai contorni ora decisi e ora sfuggenti, tu eri dentro la mia notte. E io ho voluto il sole, la luce, ho voluto poter fare a meno della tua dolce lunga passeggiata nel mio inconscio.
Quando qualcuno ti abbandona, perché dovrebbe continuare ad essere importante?
Se perdi qualcosa non raggiungerla, se ritorna indietro è tua per sempre, se non ritorna vuol dire che non lo è mai stata!
Roberta contava gli strati della sua anima e cercava di mettergli un nome, si rendeva conto del senso di disagio che quella situazione le faceva provare, non accettava le sue incoerenze da persona normale, non accettava di voler stare in quella città e di non sopportarne il rumore, rifiutava di dover sorridere a gente di cui non le importava, a una vita di cui non vedeva il senso, di sentirsi ancora legata ad un uomo che non la accettava così com’era, che cercava di cambiarla, e da quando si erano lasciati le faceva le poste per controllare quanto la carenza di autostima l’avesse modellata secondo i suoi desideri. Si odiava perché lui ci stava riuscendo, se lo figurava in quel buio infernale che ricopriva Roma, a non vedere la strada che percorreva, che sicuramente aveva cercato qualcosa per terra che potesse fare rumore se trascinato o sbattuto contro i cancelli, un suono qualsiasi che coprisse il silenzio di fuori, inaccettabile se sommato a quello che aveva dentro.