Chiarasandra Trevisan – Silenzio
Dicono che i silenzi raccontino molto più delle parole. Vero. Ci sono silenzi che raccolgono tutto il niente che c’era.
Dicono che i silenzi raccontino molto più delle parole. Vero. Ci sono silenzi che raccolgono tutto il niente che c’era.
Così come le parole, anche il silenzio richiede i suoi punti di sospensione.
Sono spesso i silenzi quelli che fanno più rumore nel cuore di chi vive in sofferenza, sono spesso le parole dette senza pensare quelle più silenziose nel cuore di chi avrebbe bisogno solo di un abbraccio.
Ci sono due tipi di fraintendimenti: quelli che non capiscono le parole, e quelli che interpretano il silenzio.
E poi arriva il silenzio, quello inevitabile, quello conclusivo, il cerotto sopra il taglio a cui è chiesto di assorbire il siero dell’addio. È silenzio vero, quello che non ha più nulla da dire perché tutto è già stato detto, giocato e tradito. È il silenzio del tempo, quello che si prende la vita quando si è vista sprecare le occasioni di felicità che ha offerto. È il silenzio della lealtà che rimane muta davanti alla sua stessa mutilazione e con lo sguardo al cielo, attende il nuovo giorno. È il silenzio duro, quello che durerà per sempre perché non ha nulla da perdonare a chi non comprende di avere sbagliato. È silenzio acido, quello che corroderà ciò che è rimasto. È il silenzio dell’addio.
Il silenzio non è altro che l’urlo dell’anima.
Se solo tu sapessi cosa cè in un silenzio, forse ti fermeresti un attimo ad ascoltarlo.